Petizione in difesa della Naming Authority Italiana

Testo della petizione
Firma la petizione
Attuali firmatari
Proposta alternativa
Storia della questione
Documenti e link

ENGLISH VERSION

Questo sito è stato realizzato inizialmente da Vittorio Bertola e Maurizio Codogno, ma chiunque voglia dare una mano è il benvenuto. Per domande o aiuto puoi contattarci scrivendo a webmaster@bertola.eu.org.

  La storia del .it e di questa questione
Il dominio .it è il dominio di primo livello (TLD) assegnato all'Italia, sulla base delle normative internazionali dell'ISO, l'ente di standardizzazione tecnica internazionale. Ogni nazione dispone di un ente, detto registro, delegato a gestire il proprio TLD e ad effettuare registrazioni dei domini al proprio interno, secondo procedure definite dalla comunità Internet nazionale.

In origine, quando Internet era affare per pochi tecnici e accademici, queste deleghe venivano attribuite informalmente dalla persona che se ne occupava (uno dei padri della rete, Jon Postel) al primo ente che ne facesse richiesta in ciascuna nazione. Successivamente, l'affidamento delle deleghe ai registri è stato demandato ad un ente internazionale (prima IANA e attualmente ICANN), mentre ogni nazione si è organizzata per formalizzare meglio le procedure e le regole di gestione, spesso creando nuove entità apposite per svolgere il ruolo di registro con il supporto di tutti.

La storia del .it iniziò nel 1987, quando il ruolo di registro venne informalmente assegnato al CNUCE, un istituto del CNR, il massimo ente di ricerca pubblico nazionale. La questione di come formalizzare questa delega si pose tuttavia per la prima volta nel 1993, quando UNINFO, il rappresentante italiano di ISO, ricevette dall'ISO stessa il compito di coordinarsi con le istituzioni e la comunità tecnica-accademica locale per individuare formalmente le modalità di gestione del dominio Internet nazionale, oltre ad altri servizi di telecomunicazione. Da questo scaturì un gruppo di lavoro che giunse sostanzialmente a definire la situazione attualmente in vigore.

Difatti, si decise di affidare la gestione del dominio .it congiuntamente a due entità: il CNR (prima come CNUCE, poi come Istituto di Applicazioni Telematiche, e ora come Istituto di Informatica e Telematica) mantenne il compito operativo di gestire i server centrali del dominio .it e le pratiche di registrazione, svolgendo il compito di Registration Authority, mentre il compito di definire le regole di gestione del dominio in modo aperto, democratico e rappresentativo della comunità Internet nazionale (come richiesto nel frattempo dallo standard internazionale approvato nel marzo 1994, la RFC 1591) fu affidato ad una nuova entità, la Naming Authority, che si costituì nell'ottobre 1994.

Proprio per queste ragioni, la Naming Authority fu costituita come entità informale ed aperta, che si riunisce fisicamente una volta l'anno, ma in cui il grosso della partecipazione avviene online tramite la lista di discussione ITA-PE. Ad essa possono partecipare non solo i rappresentanti dei provider e dei rivenditori di domini, ma anche tutti i professionisti e gli utenti della rete che dimostrino di avere interesse alla gestione del .it, previa un voto di accettazione dell'assemblea, sostanzialmente legato alla verifica della partecipazione attiva in lista e in almeno una assemblea fisica. Questa struttura fu poi formalizzata nell'ottobre 1998 con l'adozione di uno statuto.

Nel frattempo, Internet cambiò completamente: la registrazione dei domini, originariamente gratuita, divenne a pagamento e cominciò a generare giri d'affari per miliardi di lire; la registrazione diretta venne scoraggiata, istituendo la figura del maintainer, ossia dell'azienda che può registrare domini per conto di terzi garantendo supporto tecnico e usufruendo di prezzi molto più bassi presso il registro; nel dicembre 1999 venne abolito il limite di un dominio .it per ogni intestatario (che tuttavia permane ancora per gli individui non dotati di partita IVA); scoppiò la corsa alla new economy e con essa le contestazioni sull'uso dei marchi commerciali come nomi a dominio e i tentativi di accaparramento di domini a scopo di lucrosa rivendita.

La Naming Authority ha gestito sostanzialmente con successo tutti questi cambiamenti; ma il mondo è cambiato. Nel 2000 la Naming Authority ha avviato un processo di riforma interna, con lo scopo di formalizzarne meglio il ruolo e di arrivare alla stesura di un contratto formale tra essa e la Registration Authority; questo processo si svolse tra varie proposte e "colpi di scena" (tra cui la proposta della R.A. e di alcuni esponenti della N.A., durante l'assemblea del marzo 2001, di sostituire parte dei rappresentanti eletti con rappresentanti delle associazioni di categoria dei provider) e fu infine interrotto nell'autunno 2001. In quel periodo infatti il Governo decise di chiamare a confronto presso il Ministero delle Comunicazioni la N.A. e la R.A., per costruire insieme la nuova struttura e il nuovo quadro legislativo per la gestione del dominio .it e di tutte le nuove problematiche che Internet ha portato negli ultimi anni.

Questo confronto, svolto presso il cosiddetto tavolo dei domini, si è prolungato per oltre un anno. Purtroppo, il processo è stato caratterizzato dall'assenza di notizie sul suo sviluppo, nonostante le ripetute richieste in questo senso da parte dell'assemblea della Naming Authority. Proprio quando esso stava giungendo ad una proposta articolata, comunque, la Registration Authority ha deciso unilateralmente (e, secondo molti giuristi, in modo del tutto illegittimo) di non riconoscere più il ruolo della N.A., eliminando dai contratti di registrazione dei domini l'impegno a riconoscere e rispettare le norme decise dalla N.A., e sostituendolo con un impegno a rispettare le norme che essa vorrà decidere, tramite un "comitato tecnico" da essa nominato.

Questa mossa è stata supportata pubblicamente da rappresentanti di alcuni grossi rivenditori di domini italiani, ma ha suscitato la disapprovazione della quasi totalità della Naming Authority nelle sue varie componenti (professionisti, piccoli operatori, utenti...), aumentata dal fatto che sia l'atto della R.A. sia la proposta del tavolo dei domini intendono eliminare le rappresentanze elettive della comunità per sostituirle con rappresentanze scelte dall'alto. Abbiamo deciso di scrivere questa petizione e di creare questo sito proprio per esprimere apertamente il punto di vista degli utenti della rete, e in difesa della storia di apertura e di gestione collegiale che il dominio .it ha alle proprie spalle.

Per maggiori informazioni potete esplorare i siti elencati nella pagina dei link.